La Storia
Nel 1997 Daniele Travi, con la moglie Roberta Beltracchini, avviano un’attività che, più che un’ impresa agricola e commerciale, si rivela una vera e propria avventura culturale, una di quelle “scommesse” che è possibile azzardare e vincere solo se si è spinti non tanto da meri calcoli economici, quanto da un’autentica passione per qualcosa di molto più complesso che investe valori storici e sentimentali. Si trattava infatti di ridare vita a un vitigno autoctono, il Verdesa, che era già conosciuto e apprezzato ai tempi di Plinio il Vecchio. La famiglia Travi non è neofita nel campo vinicolo: è ampiamente documentato che fin dalla fine del Settecento la famiglia si dedicava con successo all’ enologia. Daniele Travi parte da un ettaro di terra che si espande a terrazzamento, rigorosamente lavorato a mano grazie all’ installazione di alcune teleferiche, e organizza una nuova cantina dotata delle più moderne attrezzature, riunendo attorno a sé consulenti enologici di provata esperienza e un agronomo. La superficie lavorata è, progressivamente aumentata negli ultimi anni, ora tocca i quattro ettari. La conduzione è rigorosamente famigliare e si avvale dell’ apporto di alcuni aiutanti nei periodi di maggior attività, come quello della vendemmia.